La collezione di strumenti

Alla ricerca dei suoni perduti
Un’esperienza unica di arte e di musica

Il salone dipinto

La vera esperienza di Villa Medici Giulini è rappresentata dall’incontro con gli strumenti a tastiera presenti nelle sale della dimora come se fossero lì da sempre. Il salone Impero della villa è decorato con due lunette che raffigurano strumenti musicali e testimoniano l’abitudine all’ascolto dei concerti, forse con la luce del tramonto che filtrava dal portico rivolto a occidente, illuminando la sala con la luce pomeridiana.

Il salone affrescato da Zuccarelli era probabilmente una sala da ballo oppure un teatro per opere barocche nel cuore della dimora. Vivere oggi, come si viveva in passato, ma rivolti al futuro: ecco l’esperienza nuova e antica che possono vivere gli ospiti

La collezione di strumenti di Villa Medici Giulini

Ci sono in tutto il mondo musei di strumenti musicali e la prima domanda che viene spontanea fare è chiedersi dove è la differenza e perché mai parlare di esperienza. La risposta è semplice: gli strumenti nei musei vengono esposti all’attenzione dei visitatori che non possono certo suonarli, per motivi più che validi di conservazione di beni che appartengono a proprietari istituzionali.

A Villa Giulini invece tutti gli strumenti sono sempre pronti per essere suonati e la loro “vita” è proprio questa: offrire l’esperienza del suono originale che i compositori ascoltavano quando creavano la loro musica, fossero essi Bach, Scarlatti, Mozart, Chopin, Liszt, Verdi, Debussy, Prokofiev e così via. “Alla ricerca dei suoni perduti” è il titolo di questo viaggio nel tempo.

C’è sempre un collegamento tra il compositore e il suo strumento, come se la qualità del suono potesse ispirare il musicista ed essere sempre aderente al suo pensiero. Per i giovani musicisti di oggi la possibilità di suonare “gli strumenti della composizione” rappresenta un viaggio esaltante dal quale deriva una maturazione artistica che consente un approfondimento nell’esecuzione sugli strumenti dei nostri tempi.

Nascono così gli abbinamenti degli strumenti e dei compositori: Anton Walter e Mozart, Pleyel e Chopin, Verdi e Wagner con Erard, Bluthner e Debussy. I libri pubblicati da Villa Medici Giulini raccontano questa storia che assomiglia a una favola. Il titolo della collana Alla ricerca dei suoni perduti indica da solo una ricerca infinita.

Fernanda Giulini racconta: “E’ una collezione nata quasi per gioco e, come tutte le cose fatte divertendosi, è diventata una vera collezione, che non è mai finita perché ogni nuovo strumento è un’avventura. Se dovessi scrivere un libro, lo intitolerei: Le avventure segrete di un collezionista. Potrebbe essere una storia allegra, piena di racconti e delle favole incredibili che si nascondono dietro ogni nuova acquisizione. C’è una domanda alla quale non voglio mai rispondere ed è questa: “Quanti strumenti comprende la sua collezione?”. Non lo so e non voglio nemmeno saperlo perché prenderne coscienza significherebbe uscire dal sogno e confrontarsi con la realtà. Uno strumento è in restauro, l’altro deve essere accordato, il terzo sta suonando in un concerto, il quarto è in una mostra; sono “vaganti” come i viandanti, perché una collezione è qualcosa di vivo, in perenne movimento. Gli strumenti sono molto diversi dai quadri, è come se avessero una loro personalità e una loro indipendenza. Vengono suonati e ritornano poi nella loro sede, dove è sempre possibile ascoltarli. Sono nati per luoghi molto simili e forse per questo vivono bene nelle sale in cui sono custoditi, in condizioni ottimali di conservazione. A Briosco forse ci sono i fantasmi, ma sono certamente dei fantasmi lieti che amano appassionatamente la musica e il teatro. Vorrei svelare un altro segreto: suono sempre gli strumenti con un continuo confronto tra lo strumento storico dove la musica è stata composta e lo strumento di oggi, sia esso Steinway o Yamaha. Ho avuto la fortuna di concludere lo studio del pianoforte con un glorioso diploma al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sotto la guida di Bruno Canino. Sono lieta di offrire agli altri un viaggio nella musica e il confronto tra gli strumenti del passato, quelli di oggi e, perché no, gli strumenti elettronici del futuro perché la musica non conosce confini e un’aria di Verdi può diventare musica da film, come è successo con il Valzer del Gattopardo, scritto da Verdi, rivisto da Rota e immortalato da Visconti”.

Il concerto itinerante nelle sale di Villa Giulini inizia con gli strumenti del Settecento e si conclude sullo Steinway del Teatrino in un viaggio musicale che rappresenta un’esperienza unica che unisce l’armonia architettonica degli ambienti e la bellezza dell’acustica in un’atmosfera incantata. Si ricrea l’atmosfera delle sale storiche nelle quali i capolavori dei compositori sono stati eseguiti per la prima volta.

Una selezione di foto di strumenti della collezione